Senza cercare motivi, supporre conseguenze, dare pareri, rispetto alla situazione venutasi a creare con l'aggressione russa all'Ucraina; AnalisiPolitica valuta quanto e in che modo la situazione contingente stia incidendo sull'opinione pubblica italiana.
Per fare questo, sono state sottoposte ad un campione rappresentativo di 1.000 cittadini adulti alcune domande sul tema in oggetto. I risultati, inoltre, sono stati messi a contronto con quelli ottenuti, in passato, da sondaggi realizzati con la stessa metodologia, rendendo così possibile apprezzare i mutamenti di opinione degli italiani negli ultimi venti anni.
Nel 2006 solo un quarto degli italiani riteneva che la Russia fosse un pericolo militare. Nel 2015, la quota aumentava al 42%. Non tantissimo; pur quasi raddoppiando, rimaneva abbondantemente sotto la metà, nonostante le avvenute bianche annessione e penetratione di Crimea e Donbass. Oggi il dato è salito al 68%, due terzi, ma rimane un buon 23% che non ritiene che la Russia costituisca un rischio. Sono tendenzialmente maschi, di istruzione media, dell'area del Nord-Est e del Centro; tra gli elettorati di Lega e di Alleanza Verdi-Sinistra la quota arriva al 36%.
Che la Russia sia Europa, quella al di qua degli Urali, dove vive la grandissima maggioranza dei russi etnici, circa 115.000.000, oltre i due terzi della popolazione dell'intera federazione, ce l'hanno insegnato a scuola. Che la Russia, anche per cultura e religione, possa entrare oggi nell'Unione Europea, lo ritiene un terzo degli italiani. Non è poco, visto il momento; ma neanche ci si può scordare di cosa rappresenti la Russia nella cultura europea per i suoi scrittori, per i suoi compositori, per il balletto. E per le scienze. E per la cristianità, tanto da rivendicare per la sua capitale il ruolo di Terza Roma.
Sia 2007 che nel 2015 gli avallanti raggiungevano la percentuale del 57%, tanto ma non tantissimo. Occorre specificare, però, che il testo della domanda era un poco diverso, invece di "potrebbe" entrare, il verbo utilizzato era "dovrebbe", di sicuro una valenza più stringente.
La domanda che maggiormente divide il campione, è quella che chiede se sia il opportuno o no perseguire, in ogni caso, una politica di amicizia con la Russia: 37% sì, 53% no. Questi ultimi sono principalmente persone mature, con alto livello di istruzione, votano partiti di centrosinistra, ma non il Movimenti 5 Stelle, o Forza Italia. La grande maggioranza degli elettori di della Lega, invece, il 68%, pensa invece in maniera opposta, ovvero, che anche oggi, con la Russia occorra perseguire una politica armonica.
Negli anni precedenti i valori erano invertiti; sia nel 2006 che nel 2015, ovvero anche dopo la prima - non ufficiale - invasione, la quota di chi voleva l'amicizia superava i due terzi. Solo da notare che, se nel 2006 i "molto" erano al 50%, nel 2015 cadevano al 24%.
Per quanto sia una grande maggioranza, si può dire che "solo" i due terzi degli italiani auspicano compattezza dell'Italia con l'Europa, nei confronti della Russia.
Il 27% nazionale, che invece auspica di andar da soli, diventa un 61% tra chi vota Salvini. Gli altri elettorati, invece, da Avs a FdI, sono tutti oltre l'85% nel chiedere di seguire la direzione europea. Altra eccezione, ma diversa da quella leghista, è quella del Movimento 5 Stelle: a fronte dello scarso 42% del sì, dello scarso 22% del no, rileva il 36% che non prende posizione.

Il giudizio su Vladimir Putin è certamente negativo, solo il 17% lo ritiene un personaggio molto o abbastanza positivo. Anche negli scorsi anni, il dato non è mai stato troppo alto, 45% nel 2006, 35% nel 2015.
Rimane comunque una non piccola quota di "putiniani di ferro": chi sono? Non c'è un profilo ben definito, o comunque meno definito rispetto ai casi visti prima.
Sono uniformemente distribuiti, a livello sociodemografico. Appena di più tra i giovani e gli adulti, nel Sud e tra chi si sente maggiormente religioso. Anche a livello politico non troviamo più le accentuazioni forti viste prima, se non fra chi si sente di destra-destra (33%). Verificando gli elettorati, un po' di più in quello della Lega (27%) e appena, appena in quelli di Fdi e M5s, intorno al 20%.
In conclusione. Se una consistente quota di italiani, pur minoritaria, crede ancora nella Russia e nella ricostruzione dei rapporti con essa; se un per nulla trascurabile 17%, quasi uno su cinque, ritiene Vladimir Putin un personaggio positivo; l'Italia può effettivamente ritenersi un paese sensibile alle ragioni della Russia.
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